Si parla sempre di più di cibi ultralavorati/ultraprocessati. Anche l'importante rivista medica "The Lancet" vi ha dedicato un articolo nell'agosto 2022, definendoli "Un problema globale che ha bisogno di una soluzione globale".
Cibi ultralavorati
Secondo la FAO, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, "l'eccessiva dipendenza dagli alimenti trasformati, in particolare gli alimenti ad alta densità energetica" in zucchero, grasso e sale, sta progressivamente sostituendo i pasti preparati in casa e il consumo di frutta e verdura fresca nelle diete tipiche”. Questo significa che l'alimentazione si sta sempre più spostando dalla cucina quotidiana al cibo già pronto, da riscaldare/scongelare e/o mangiare direttamente.
Il gruppo più rappresentativo è definito alimenti ultralavorati (ultraprocessed foods), ed è composto da snack, bevande, piatti pronti e molti altri tipi di prodotti formulato principalmente o interamente da sostanze estratte da alimenti o derivate da alimenti. Questi prodotti sono resi possibili dall'uso di molti tipi di additivi, compresi quelli che imitano o esaltano le qualità sensoriali di cibi o preparazioni culinarie a base di cibi. I processi e gli ingredienti utilizzati nella produzione di alimenti ultra-lavorati li rendono molto convenienti (pronti per il consumo, quasi imperituri) e molto attraenti (iperappetibili) per i consumatori e altamente redditizi (ingredienti a basso costo, lunga durata) per i loro produttori. Ma questi processi e ingredienti rendono anche gli alimenti ultra-lavorati nutrizionalmente
sbilanciati e soggetti ad un consumo eccessivo, sostituendo cibi più sani.
Profilo nutrizionale dei cibi ultralavorati
Zuccheri: uno degli ingredienti percentualmente più presenti, chi più spesso ricorre a questi cibi, ha regolarmente un eccessivo introito di zuccheri semplici (pià del 10% del totale energetico);
Grassi saturi: allo stesso modo, i cibi ultralavorati contengono alte quantità di grassi saturi, in alcuni studi chi si nutre di questi cibi mostra più del doppio in assunzione giornaliera di grassi, rispetto agli altri;
Sodio: associato al sale d cucina, spesso è contenuto in alte quantità, perlomeno negli Stati dove è stato controllato di più (Regno Unito, Australia e Belgio);
Densità energetica: chi assume cibi non lavorati ha una media di 1,9 kcal al grammo, mentre i cibi ultralavorati hanno una media di 3,2 kcal/grammo. Questo significa che offrono una quantità di energia del 40% maggiore.
Fibre, potassio, proteine, vitamine e minerali: questi componenti importanti per il nutrimento umano hanno mostrato un calo nei cibi ultralavorati.
Le loro ricadute sulla salute - bambini e adolescenti
Due studi sui bambini di basso status socioeconomico hanno scoperto che l'assunzione di cibo ultra-elaborato in età prescolare era associata ad aumento del colesterolo totale e LDL e della circonferenza vita. Un altro studio ha mostrato invece associazione con asma e starnuti, mentre uno più recente, svolto in Brasile, ha indicato un grande aumento di carie in bambini e adolescenti, che hanno richiesto più interventi dentistici.
Le loro ricadute sulla salute - adulti
Gli studi che hanno indagato i legami negativi tra il consumo di cibi ultralavorati e le malattie nella popolazione adulta sono molti. Analizziamoli per ogni singolo fattore:
Consumo eccessivo e aumento di peso: una dieta a base di cibi ultralavorati provoca direttamente un maggiore apporto calorico e il conseguente aumento di peso. Altri studi hanno mostrato che un'elevata assunzione di cibi ultralavorati era significativamente associata a una probabilità maggiore di obesità del 23–51%.
Malattie vascolari: l'assunzione più alta era significativamente associata al 29-34% in più di rischio di malattie cardiovascolari e/o mortalità. Un'elevata assunzione di cibi ultralavorati era associata a un rischio maggiore del 21-23% di sviluppare ipertensione rispetto alla bassa assunzione in due studi prospettici su quasi 15.000 adulti.
Diabete: grandi studi prospettici hanno trovato il 44-65% in più di rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 tra le persone nella fascia più alta rispetto a quella più bassa.
Depressione: gli studi che hanno esaminato cibi ultralavorati e depressione hanno rilevato che c'è un rischio maggiore del 33% di sviluppare depressione.
Cancro: un aumento del 10% della proporzione di UPF nella dieta è stato associato a un aumento del rischio dell'11% di cancro al seno e aumento del 12% del rischio di cancro generale in un ampio studio prospettico.
Morte prematura: il rischio cumulativo di mortalità per tutte le cause era del 25–28% maggiore per i consumatori più elevati di UPF rispetto ai consumatori più bassi in cinque studi.
In conclusione
I cibi ultralavorati non rappresentano alcuna necessità nutritiva di cui non possiamo fare a meno. Sono solo una scorciatoia quotidiana alla preparazione di cibo, o una scelta più semplice (e purtroppo generalmente più economica) al cibo sano, semplice, nutriente. Per questo motivo ognuno di noi deve impegnarsi a sostituirli, da subito, tutti i giorni, dedicando maggior tempo alla cucina e cambiando la propria lista della spesa.
Bibliografia:
Ultraprocessed food: a global problem requiring a global solution (https://www.thelancet.com/journals/landia/article/PIIS2213-8587(22)00248-0/fulltext)
Focus on Nutrition - OMS (https://www.who.int/europe/health-topics/nutrition#tab=tab_3)
Ultra-processed foods, diet quality and human health - FAO (https://www.fao.org/3/ca5644en/ca5644en.pdf)
Ultra-processed foods: A global threat to public health (https://www.globalfoodresearchprogram.org/wp-content/uploads/2021/04/UPF_ultra-processed_food_fact_sheet.pdf)
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