Uno dei campi in cui le piante medicinali hanno tradizionalmente salvato il genere umano è quello della lotta alle infezioni. Prima della moderna "Era degli Antibiotici", inaugurata negli anni '40 dalla scoperta delle penicilline, qualsiasi infezione, sia essa virale, batterica o fungina, veniva curata con estratti vegetali. Sono poche tuttavia le piante che hanno mantenuto un ruolo significativo in questo ambito e tra di esse è impossibile non ricordare l'uva ursina.
Cos'è
Si tratta di una pianta usata tradizionalmente per le infezioni del tratto urinario. Si tratta di un arbusto nativo delle aree montagnose del nordamerica, da cui si ipotizza si sia diffuso in altre parti del mondo. Fa parte della famiglia delle ericacee, la stessa del mirtillo, con cui condivide l'aspetto delle foglie e delle bacche, che tuttavia per l'uva ursina sono di un bel rosso acceso.
Cosa fa
Quando viene consumata, si assorbe nell'intestino e poi escreta attraverso le urine, dove un suo componente (idrochinone) esercita un effetto antibatterico. Per questo motivo, viene usata per curare la cistite, caratterizzata nella maggior parte dei casi da infezioni vescicali di tipo batterico, soprattutto Escherichia Coli (batterio che si trova nell'intestino). L’autorità europea dei medicinali ne ha autorizzato il suo utilizzo su base tradizionale: questo significa che il numero degli studi è ancora limitato per poterla inserire ufficialmente tra le piante più attive. Recentemente è stata testata in cui uno studio che ha coinvolto 389 persone, in Germania. Gli scienziati l’hanno confrontata con l'antibiotico fosfomicina (Monuril) e ha dimostrato efficacia, portando ad un minor uso di antibiotici. Gli effetti collaterali solitamente sono limitati (soprattutto nausea e vomito), ma si consiglia di evitare l'uso prolungato. Se i sintomi di cistite non migliorano dopo due giorni di utilizzo, è sensato sospenderla.
Come si usa
Si consiglia di consumare uva ursina ai primi sintomi di cistite. E' possibile realizzare un infuso, lasciandola in acqua di fresco bollore per 15 minuti, e poi assumerne tre tazze al giorno (circa 1 litro). Dal momento in cui la sua efficacia avviene soprattutto in ambiente basico (alto pH), si consiglia di aggiungere alla preparazione un po' di bicarbonato. Se si sceglie invece di assumerla in compresse o capsule, va seguito il dosaggio indicato in etichetta (dalle 2 alle 6 al giorno, generalmente). Anche in questo caso si consiglia di alzare il pH delle urine assumendo degli antiacidi come bicarbonato o Citrosodina, al fine di aumentarne l'efficacia.
Bibliografia:
Yarnell E. Botanical medicines for the urinary tract. World J Urol. 2002 Nov (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/12522584/)
Gágyor I, Hummers E, Schmiemann G, Friede T, Pfeiffer S, Afshar K, Bleidorn J. Herbal treatment with uva ursi extract versus fosfomycin in women with uncomplicated urinary tract infection in primary care: a randomized controlled trial. Clin Microbiol Infect. 2021 Oct (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34111592/)
Conclusioni di EMA sulla sua efficacia (https://www.ema.europa.eu/en/medicines/herbal/uvae-ursi-folium)
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