Sebbene la diarrea sia un problema di tipo prevalentemente acuto, talvolta assume le caratteristiche di cronicità , presentandosi quotidianamente o comunque a cadenza regolare. In questi casi va affrontato in maniera approfondita e multidisciplinare.
Il legame con l’alimentazione
Più rara e fastidiosa, la diarrea cronica si presenta come un problema difficile da trattare. Tra le cause più comuni si trovano quelle legate all'alimentazione. Ad esempio, intolleranze come quella al lattosio e al glutine risultano in incapacità di riassorbire acqua e nutrienti e livello intestinale, manifestandosi spesso come scariche di feci non formate. Un altro campo, di difficile indagine, è quello della diarrea come parte della sindrome del colon irritabile (IBS). Si presenta spesso assieme ad un dolore addominale, cui segue più volte la scarica intestinale. Analogamente, una diarrea cronica può essere conseguenza di intolleranze alimentari, ovvero a reazioni immunitarie a seguito dell'ingestione di alcuni cibi.
Quando la colpa è dei farmaci
Il numero di farmaci che possono dare come effetto collaterale la diarrea sono molti, tuttavia oltre agli antibiotici i più comuni sono quelli per il diabete come la metformina (Glucophage, Metforal) ed altri come l'orlistat (Xenical, Alì), che impedisce l'assorbimento di grassi e di conseguenza porta alla loro espulsione in forma pressoché intatta. Anche i farmaci che agiscono sull’acidità gastrica, come gli inibitori di pompa protonica (Antra, Limpidex, Lansox, Pantorc) possono causare diarrea, dal momento in cui diminuendo l’efficacia dello stomaco come barriera ai microorganismi, permette di colonizzare l’intestino a batteri patogeni. Infine, i prodotti a base di sali di magnesio (Polase, MgK-Vis ed altri) causano diarrea, dal momento in cui richiamano acqua nell’intestino, come fa la famosa Magnesia San Pellegrino.
Come trattarla
Se si eccettua per quella di origine farmacologica, in cui è sufficiente sospendere il farmaco responsabile, il trattamento della diarrea cronica è più complesso rispetto a quella acuta, in quanto raramente si risolve da sola ed è legata a doppio filo alle abitudini alimentari della persona. Il consiglio primario è indagare il tipo di alimentazione, aiutandosi con un diario alimentare, per provare ad individuare alcuni alimenti che scatenano la reazione. A lungo termine infatti un problema del genere può portare a malassorbimento di nutrienti, scompensi elettrolitici e vitaminici, anemia, etc. Ovviamente in prima linea è importante escludere patologie più evidenti come intolleranze al lattosio e al glutine.
Bibliografia:
Mandell, Douglas, and Bennett's Principles and Practice of Infectious Diseases - 8th ed. - 2015
Sleisenger e Fordtran - Malattie gastrointestinali ed epatiche - Fisiopatologia, diagnosi e trattamento di Sleisenger - Fordtran - Feldman - Scharschmidt - 2018
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